“È tempo di indignarci”: Mattarella rompe il silenzio su Gaza. E ci chiama a rispondere
Le parole del Presidente della Repubblica sono un inizio. Un segnale.
“Èdisumano ridurre alla fame un popolo.”
Non è una frase qualunque. È la voce del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel giorno della Festa della Repubblica ha deciso di non voltarsi dall’altra parte. Davanti a ministri, ambasciatori e politici, ha parlato chiaro: quello che sta succedendo in Palestina è inaccettabile. E non possiamo far finta di niente.
Il coraggio di dire le cose come stanno
Mattarella ha parlato con toni mai usati prima. Ha detto che la fame imposta a Gaza è una vergogna. Che i territori occupati ai palestinesi stanno sparendo giorno dopo giorno. E che chi parla di “sicurezza” per giustificare tutto questo, in realtà sta scegliendo il dominio.
Sono parole pesanti, ma vere. Finalmente qualcuno le ha dette.
In un momento in cui molti stanno zitti per convenienza o paura, il Presidente ha scelto la parte difficile: la verità.
È tempo di indignarci. Davvero
Non è solo una questione politica. È umana.
Ogni giorno vediamo immagini di bambini sotto le macerie, di famiglie che non hanno più nulla. Eppure, ci abituiamo. Cambiamo canale. Pensiamo che non ci riguarda. Ma ci riguarda eccome.
Per questo Mattarella ha detto una cosa che fa male ma va ascoltata:
“Serve chi difende l’uomo. Ma ormai non c’è più.”
Ha ragione.
Dove sono finiti quelli che mettevano al primo posto la dignità umana? Dove sono finiti i governi, le istituzioni, le persone che alzano la voce quando viene calpestato il diritto alla vita?
Non è un discorso lontano
Il Presidente non ha parlato solo ai politici. Ha parlato a tutti noi. Ci ha ricordato che anche noi siamo responsabili. Perché tacere è scegliere. Perché l’indifferenza, alla fine, fa danni quanto le bombe.
Ci ha ricordato che i palestinesi hanno diritto a una casa, a un confine, a vivere. Come noi.
E ci ha fatto una domanda semplice ma scomoda: tu, da che parte stai?
Non basta celebrare la Repubblica
Il 2 giugno festeggiamo la nostra libertà. Ma non può essere una festa vuota. Se davvero crediamo nella democrazia, nella pace, nella giustizia, dobbiamo dimostrarlo anche fuori casa nostra.
Non si può difendere la libertà in Italia e chiudere gli occhi davanti alla distruzione a Gaza.
Non si può dire “mai più” ogni 27 gennaio, e poi restare zitti mentre accade qualcosa che “mai più” doveva significare davvero.
Una voce che non possiamo ignorare
Forse le parole di Mattarella non cambieranno subito le cose. Ma sono un inizio. Un segnale.
Ci ricordano che non tutto è perduto. Che possiamo ancora scegliere di stare dalla parte giusta. Che possiamo, se vogliamo, tornare a difendere l’uomo.
E per farlo, c’è solo una cosa da dire adesso:
basta silenzio. È tempo di indignarci.
Sul serio.
Raffaele Tovino